Gestire le Meniscopatie dopo i 50 anni: l’Importanza del Trattamento Conservativo

Le meniscopatie sono una problematica comune che può colpire persone di tutte le età, ma diventano particolarmente rilevanti quando si tratta di individui sopra i 50 anni. A volte la chirurgia rappresenta l’opzione primaria per il trattamento delle lesioni al menisco, altre volte il trattamento conservativo merita attenzione. Vediamo insieme nel dettaglio perchè.

👉 Cos’è una Meniscopatia?

I menischi sono piccole strutture a forma di mezzaluna nel ginocchio che agiscono come cuscinetti e ammortizzatori. Una meniscopatia è una lesione o un’infiammazione dei menischi, che può causare dolore, gonfiore e limitazioni nella mobilità del ginocchio.

👉 Perché il Trattamento Conservativo è importante dopo i 50 anni

Ci sono varie ragioni, tra le principali:

◾ Minimizzare i Rischi Chirurgici: gli interventi chirurgici comportano sempre un certo grado di rischio, seppur minimo, che può aumentare con l’età, ed il trattamento conservativo evita questi rischi.

◾ Promuovere la Guarigione Naturale: il corpo ha una sua capacità di guarire da solo. Il trattamento conservativo può dare al corpo il tempo e le risorse necessarie per riparare il menisco danneggiato senza l’intervento chirurgico, se le condizioni generale lo consentono.

👉 Quali sono nello specifico le opzioni di Trattamento Conservativo

◾ Riposo e Riduzione del Carico: evitare attività ad alto impatto e dare al ginocchio il tempo di guarire è spesso la prima linea di trattamento. Questo può essere combinato con l’uso di stampelle o un supporto per il ginocchio.

◾ Fisioterapia: un fisioterapista specializzato crea un programma di esercizi mirati per rafforzare i muscoli intorno al ginocchio, migliorando la stabilità e riducendo il dolore.

◾ Farmaci Anti-infiammatori: possono essere prescritti farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) o altri farmaci per alleviare il dolore e l’infiammazione.

◾ Iniezioni di Cortisone o Acido Ialuronico: in alcuni casi, le iniezioni possono essere utilizzate per ridurre il dolore e l’infiammazione nel breve termine.

◾ Perdita di Peso: in caso di una situazione di eccessivo peso, esattamente come per tutte le patologie riguardanti le articolazioni, perdere peso aiuta a ridurre notevolmente il carico sul ginocchio e migliorare i sintomi.

Vienna: 24th EFORT Congress 2023

24th EFORT Congress 2023
Vienna 24-26 maggio

Un evento di altissimo livello al quale ho avuto il piacere e l’onore di partecipare questa settimana.
Tantissimi i temi trattati, le innovazioni tecnologiche, il perfezionamento della chirurgia robotica e il sempre fondamentale confronto con i tanti colleghi provenienti da tutta Europa.
Organizzazione perfetta e una città sempre meravigliosa da vivere.

Artrosi e Medicina Rigenerativa. Quali le opzioni da valutare oggi?

Le moderne metodiche di Medicine Rigenerativa applicate all’ortopedia hanno l’obiettivo di contrastare e rallentare la degenerazione artrosica delle articolazioni, la degenerazione post traumatica e le patologie croniche delle strutture tendinee.

Sono indicate principalmente per tutte le articolazioni che subiscono la degenerazione cartilaginea, anche se i migliori risultati ad oggi sono stati ottenuti per le grandi articolazioni:

🔹 Ginocchio
🔹 Anca
🔹 Spalla

I trattamenti che oggi si possono valutare in relazione alla problematica ed alla sua gravità sono molteplici.

In visita specialistica il medico valuta e, confrontandosi anche con il diretto interessato in relazione al proprio stile di vita ed ai propri obiettivi, si decide la strada da intraprendere.

👉 Ciò che accumuna questi trattamenti è la semplicità e la velocità d’esecuzione.

Sono tutti trattamenti che non richiedono ricovero, anestesia totale e una particolare riabilitazione. In poche ore si eseguono e si torna a casa sulle proprie gambe, con solo qualche accortezza da tener presente, su tutte non fare sforzi particolari per qualche giorno.

Cosa aspettarsi come risultato❓

Il beneficio che si ottiene può essere anche molto soddisfacente, dipende principalmente da:

🔹 Il punto di partenza della patologia
🔹 L’utilizzo che viene fatto del proprio fisico
🔹 La risposta alla rigenerazione, che non è uguale per tutti

Il consiglio da medico specialista è quello di non procrastinare nel momento in cui si avvertono i primi sintomi di dolore e limitazione funzionale.

L’artrosi è una patologia degenerativa, il che significa che con il trascorrere del tempo inevitabilmente peggiora, ed oggi, quando diagnosticata in una fase ancora non grave, può essere combattuta con diverse soluzioni.

Artrosi. E’ vero che le abitudini e lo stile di vita incidono?

Si, è vero. Ed è per questo che è possibile fare il tanto per prevenirla

I principali aspetti a cui possiamo fare caso sono:

👉 Fattori meccanici

Il carico esercitato sulle articolazioni tramite attività sportiva o lavorativa può provocare col tempo malformazioni articolari. E’ bene quindi evitare sforzi particolarmente intensi con regolarità.

👉 Postura scorretta

Un vizio posturale può anch’essa favorire il progredire più rapido dell’artrosi. E’ bene quindi mantenere equilibrata e sotto controllo la propria postura.

👉 Peso

Essere sovrappeso aumenta significativamente le possibilità di provocare l’artrosi, a causa di un eccessivo carico di peso sulle articolazioni.

👉 Attività fisica

Come un’eccessiva attività sportiva può facilitare l’insorgere della degenerazione, al contrario un adeguata attività può prevenirla, soprattutto quando si rinforza la muscolatura di supporto delle articolazioni.

Il mio consiglio è quello di approfondire quando si avvertono i primi sintomi, in particolare dolore e limitazione funzionale.

Artrosi e Medicina Rigenerativa – Quando è efficace?

Sempre più si parla di Medicina Rigenerativa come soluzione all’artrosi.

Mi fa indubbiamente piacere che queste tecnologie innovative siano sempre più conosciute, ma invito sempre alla cautela, dal momento che l’efficacia delle terapie è strettamente legata alla corretta indicazione
Non è detto che un’articolazione dolente necessiti di questi trattamenti.

In linea generale, se parliamo di artrosi (che non è l’unica patologia che può essere trattata con questi trattamenti), la Medicina Rigenerativa offre i migliori benefici quando ci troviamo di fronte ad un’artrosi di I e II grado, ovvero in presenza di modificazioni iniziali e non estese della articolazione.
Nei casi più avanzati, ovvero quelli di III e IV grado, che portano progressivamente alla presenza di deformità ossee e restringimenti dello spazio articolare, difficilmente possiamo garantire un risultato importante.

Come funziona la Medicina Rigenerativa?
Per quanto riguarda l’artrosi, parliamo per lo più di innesto di cellule mesenchimali prelevate dal tessuto adiposo.

Le cellule mesenchimali staminali sono in grado di trasformarsi in altri tipi di cellule del corpo, in quanto cellule non specializzate. Una volta innestate nell’articolazione danneggiata, attivano il processo di rigenerazione della cartilagine e di conseguente guarigione dalla patologia.

Le cellule vengono prelevate dal paziente stesso (innesto autologo) e poi purificate prima di essere iniettate nell’articolazione.

Le cellule mesenchimali si trovano principalmente nel tessuto adiposo, dato che è tendenzialmente quello che ne contiene la più alta concentrazione, è molto facile da raggiungere ed il prelievo è meno doloroso e meno invasivo rispetto alle altre sedi.
Inoltre, è estremamente “facile” da prelevare, dato che il corpo umano è totalmente ricoperto di tessuto adiposo, in particolare sull’addome.
Non ultimo, le cellule prelevate dal tessuto adiposo hanno la capacità di migliorare la lubrificazione fra le articolazioni e aumentare la distanza tra i capi articolari riducendone l’attrito.

Come avviene il trattamento?
Caratteristica molto importante di questa metodica è la semplicità. Il trattamento ha una durata totale di circa 30 minuti, si può effettuare anche in ambulatorio chirurgico, con la sola anestesia locale e senza necessità di ricovero. La persona quindi rimane un paio d’ore in osservazione e poi va tranquillamente a casa.
Anche il recupero post-intervento è molto semplice, si consiglia di non eseguire attività sportiva ed evitare eccessivi carichi per 2-3 settimane.

L’intervento si divide in 3 fasi:
• Lipoaspirazione
Il chirurgo ortopedico pratica una piccolissima incisione sull’addome per prelevare il tessuto adiposo grazie ad una cannula, ed applica un punto di sutura protetto da bendaggio che il paziente dovrà tenere per una settimana.
• Processazione
Il tessuto prelevato viene inserito immediatamente nel kit monouso e manipolato in un sistema chiuso e asettico per eliminare residui oleosi ed ematici, che potrebbero causare un’infiammazione.
• Infiltrazione
Ultimo passaggio, il tessuto adiposo ricco di cellule mesenchimali staminali viene prelevato dal kit e iniettato nell’articolazione interessata.

Obiettivi
L’obiettivo di questo trattamento è eliminare (o ridurre sensibilmente) il dolore e recuperare la funzionalità, al fine di poter vivere la propria vita sportiva e lavorativa senza limitazioni e senza dover ricorrere all’intervento di sostituzione dell’articolazione con una protesi magari in giovane età.

Conclusioni
Senza dubbio la Medicina Rigenerativa è oggi una grande possibilità che fino a pochissimi anni fa non esisteva. Come ogni trattamento, credo che vada sempre ben ponderata, valutando a 360° ogni caso specifico. Il mio consiglio è quello di effettuare esami diagnostici e una visita specialistica in tempo, evitando di procrastinare fino a portare la patologia ad una gravità per cui non si è più in tempo di avere questi trattamenti come opzione.

L’artrite reumatoide

L’artrite reumatoide è una patologia cronica che provoca dolore, sensazione di calore, tumefazione e rigidità articolare con limitazione del range del movimento.

La patologia colpisce prevalentemente le articolazioni in modo simmetrico, ma essendo sistemica può coinvolgere molti organi del corpo

L’artrite reumatoide colpisce più frequentemente le donne e insorge nella maggior parte dei casi a un’età compresa tra i 40 ed i 60 anni.

Ne soffre circa l’1% della popolazione ed è quindi meno comune dell’artrosi.

Molti sono oggi i farmaci in grado di curare l’artrite reumatoide. Attraverso un trattamento appropriato, mirato alla riduzione dell’infiammazione e conseguentemente del dolore, è possibile convivere con la malattia e mantenere una buona qualità di vita.

Essendo una patologia piuttosto complessa, il trattamento dell’artrite reumatoide richiede la collaborazione di più figure professionali, tra le quali spicca quella del reumatologo.

L’artrite reumatoide può essere difficile da diagnosticare all’esordio poiché può iniziare gradualmente con scarsi sintomi; c’è da tener presente inoltre che esistono diverse malattie che in fase iniziale possono avere un comportamento simile. Per questo motivo i pazienti con sospetto di artrite reumatoide dovrebbero essere valutati da un reumatologo per la conferma diagnostica e per la somministrazione di una corretta terapia.

Gli esami di laboratorio spesso sono di aiuto per la conferma diagnostica, mentre la radiografia può essere molto utile nella diagnosi ma non evidenzia alcuna anomalia nelle prime fasi della malattia. Molto rilevante risulta invece l’ecografia articolare.

Nonostante gli ampi miglioramenti degli ultimi anni, non esiste una cura definitiva. Obiettivo dei trattamenti è quello di ridurre i sintomi del paziente e migliorare la disabilità attraverso una terapia medica appropriata. Una terapia iniziata precocemente può essere di fondamentale aiuto, salvando così le articolazioni interessate dall’infiammazione prima che vengano danneggiate in modo permanente.

La figura dell’ortopedico rientra nel pool di specialisti che può intervenire nella cura di questa patologia insieme al reumatologo, che come detto nelle righe precedenti, vede il reumatologo come specialista di riferimento.

La nuova frontiera per la cura dell’artrosi

L’artrosi, o osteoartrosi, è una patologia degenerativa che colpisce le articolazioni causando una degenerazione della cartilagine, un tessuto che non è in grado di ripararsi, avendo scarsa capacità di auto-guarigione.

 

Come la medicina rigenerativa interviene?

Specifichiamo innanzitutto che si tratta di un innesto autologo, ovvero che le cellule vengono prelevate dal paziente stesso.

Le cellule mesenchimali staminali sono cellule non specializzate in grado di trasformarsi in altri tipi di cellule del corpo. Una volta innestate nell’articolazione danneggiata dall’osteoartrosi, attivano il processo di rigenerazione della cartilagine e quindi di guarigione.

 

Perché proprio il tessuto adiposo?

Il tessuto adiposo presenta molteplici vantaggi rispetto alle altri parti del corpo da cui possiamo attingere le cellule mesenchimali. E’ quello infatti che contiene la più alta concentrazione di esse, è più facile da raggiungere ed il prelievo è meno doloroso e meno invasivo rispetto alle altre sedi.

Le cellule prelevate dal tessuto adiposo hanno anche altre proprietà fondamentali per la cura dell’artrosi:

migliorano la lubrificazione fra le articolazioni;
aumentano la distanza tra i capi articolari riducendone l’attrito;
mantengono lo spazio articolare;
migliorano l’attività visco suppletiva del liquido sinoviale.
Questo trattamento è molto efficace soprattutto nelle fasi iniziali dell’artrosi dell’anca (coxartrosi) e dell’artrosi del ginocchio (gonatrosi). Nella fase avanzata della patologia invece spesso l’impianto di una protesi è l’unica soluzione per eliminare il dolore ed evitare la disabilità.

 

Il trattamento
Effettuiamo questo trattamento attraverso dispositivi medici certificati con marchio CE, in grado di sfruttare le cellule mesenchimali presenti nel tessuto adiposo. E’ una tecnica molto sicura dal momento che avviene a circuito chiuso, riducendo quindi al minimo il rischio di infezione e contaminazione del tessuto prelevato. Può essere eseguita in ambulatorio chirurgico o in sala operatoria, senza necessità di anestesia totale, con la sola sedazione della zona da cui verrà prelevato il tessuto adiposo.

Questa tecnica non garantisce la rigenerazione completa della cartilagine, ma di certo riduce dolore, infiammazione e attrito causati dalla patologia artrosica.

 

Come avviene?

Nella prima fase viene effettuata la Lipoaspirazione. Il chirurgo pratica una piccolissima incisione sull’addome per prelevare il tessuto adiposo attraverso una cannula. Poi applica un punto di sutura ed un bendaggio che il paziente dovrà tenere per una settimana.

A questo punto inizia la seconda fase, quella di Processazione. Il tessuto lipoaspirato viene inserito immediatamente nel kit monouso e lavorato in un sistema chiuso e asettico per eliminare residui oleosi ed ematici, che potrebbero causare un’infiammazione.

Ultima fase, si procede con l’Infiltrazione. Il tessuto adiposo ricco di cellule mesenchimali staminali viene prelevato dal kit e iniettato nell’articolazione dolente.

 

La fase di recupero

Essendo questo un trattamento molto poco invasivo, non è necessaria nemmeno una notte di degenza. Il paziente rimane in osservazione un paio d’ore e poi andrà a casa. La fase successiva non richiede riabilitazione ed accorrete particolari, se non quella di non fare attività sportiva e sforzi eccessivi per 2-3 settimane.