Tre buone abitudini per ritardare l’arrivo dell’artrosi

L’artrosi è una malattia cronica, e per questo ha un decorso lentamente progressivo ed invalidante.

La prevenzione dell’artrosi si basa sul controllo dei fattori di rischio.

🔹 Evitare carichi eccessivi

Il carico esercitato sulle articolazioni tramite attivitĂ  sportiva o lavorativa può provocare col tempo malformazioni articolari. E’ bene quindi evitare sforzi particolarmente intensi con regolaritĂ .

👍 Molto bene invece la buona attivitĂ  fisica, che aiuta a migliorare umore e aspetto, a far diminuire il dolore, ad aumentare l’elasticitĂ  e a mantenere sotto controllo il peso. Le migliori sono nuoto e bicicletta.

🔹 Postura scorretta

Un vizio posturale può favorire il progredire piĂą rapido dell’artrosi. E’ bene quindi mantenere equilibrata e sotto controllo la propria postura.

👍 Una ginnastica mirata può correggere posizioni viziate, rinforzare la muscolatura di supporto, recuperare la motilitĂ  articolare o facilitare l’accettazione di un handicap parziale. Aspetto spesso sottovalutato, ma estremamente importante.

🔹 Peso

Essere sovrappeso aumentare significativamente le possibilità di provocare l’artrosi, a causa di un eccessivo carico di peso sulle articolazioni.

👍 Un’alimentazione ricca di antiossidanti ed equilibrata, limitando il consumo di bevande alcoliche e non eccessivamente ricca di alimenti di origine animale aiuta a mantenere in salute le articolazioni. E’ bene quindi fornire al proprio corpo tutte le sostanze nutritive di cui l’organismo necessita, vitamine, omega-3, minerali e molta acqua.

Al sopraggiungere dei primi sintomi, in particolare dolore e limitazione funzionale, è bene approfondire tramite visita specialistica e specifici esami diagnostici.

5 domande per il periodo post intervento

Il periodo post intervento è molto importante ai fini di un ottimo e veloce recupero.

E’ sempre mia premura fornire tutte le informazioni e garantire alla persona la possibilitĂ  di contattarmi nel caso ci siano dubbi.

 

Qui di seguito i 5 quesiti che è sempre bene conoscere e tenere a mente

👉 Avrò dolore a seguito dell’intervento?

Con le possibilitĂ  e le conoscenze di oggi, e seguendo le indicazioni che ti verranno fornite, a seguito dell’intervento il dolore è solitamente molto gestibile.

👉 Quando muoverò i primi passi?

Molto presto, solitamente il giorno successivo all’intervento si inizia a deambulare con l’ausilio delle stampelle.

👉 Dopo quanti giorni è possibile bagnare la ferita?

La ferita potrĂ  venire a contatto con l’acqua nel momento in cui sarĂ  ben rimarginata, un paio di settimane. E’ bene ricordare che poi le prime volte va tamponata con cura fino ad asciugarla perfettamente.

👉 Le attività quotidiane che sono abituato a fare, quando potrò riprenderle?

Ci vorrà qualche settimana, dipende dalla protesi impiantata e dalle condizioni generali della persona. Una volta lasciate le stampelle potrai tornare a guidare e camminare autonomamente, e poi gradualmente riprendere le varie attività, facendo sempre attenzione ed eventualmente consultando prima il fisioterapista o il medico. Per un paio di mesi è bene non inginocchiarsi.

👉 Verrò visitato a seguito dell’intervento?

Certamente. Monitoreremo a cadenza regolare il recupero e sarò a disposizione per qualsiasi evenienza.

Primo impianto di protesi di ginocchio eseguita con l’ausilio della tecnologia robotica

Lo scorso venerdì 26 novembre 2021 ho avuto l’onore di effettuare a Rimini il primo impianto di protesi di ginocchio con metodica robotica, giĂ  impiegato in diversi centri di eccellenza di Italia e nel mondo.
La tecnica robotica dell’artroprotesi di ginocchio, sia parziale che totale, consiste nell’utilizzo del sistema come supporto alle scelte e al lavoro del chirurgo.
Si esegue prima di tutto una TAC preoperatoria del ginocchio in modo da conoscere esattamente l’anatomia della articolazione.
Il grande vantaggio è quello di poter poi beneficiare durante l’intervento delle informazioni trasmesse dai sensori precedentemente posizionati sull’articolazione.
Ciò consente di elaborare con molti dati a supporto le istruzioni chirurgiche corrette al fine di posizionare la protesi in modo pressoché perfetto.
Il braccio robotico guida il chirurgo e consente di creare, con precisione massima, l’alloggiamento osseo in cui andrà posizionata la protesi.
La robotica oggi ci permette di ridurre gli errori nel posizionare la protesi, riducendoli pressoché a zero.
Durante l’intervento è sempre possibile eseguire controlli e modifiche a seconda della propria esperienza e dei consigli della metodica robotica. Il ruolo, la capacità e la conoscenza del chirurgo rimangono infatti fondamentali.

L’esperienza che abbiamo fatto è stata assolutamente entusiasmante e ci ha permesso come previsto di pianificare l’intervento di protesi di ginocchio realizzandolo in maniera corretta.
La metodica robotica consente inoltre di risparmiare ulteriormente il tessuto osseo sano e di rispettare i tessuti molli circostanti con importanti benefici sul dolore post-operatorio e sul sanguinamento.
Tutto questo porta ad piĂą rapido ricovero ed un ritorno alla propria vita piĂą agevole.
Questa giornata entusiasmante rappresenta un ulteriore miglioramento alla chirurgia ortopedica protesica che già sta ottenendo grandi risultati nel trattare l’artrosi di ginocchio permettendo al paziente il ritorno alla proprie abitudini sempre più senza dolore e limitazioni.

Come consentire alla protesi di ginocchio una lunga durata?

L’obiettivo della sostituzione dell’articolazione del ginocchio con un impianto protesico artificiale è quello di alleviare il dolore e di ripristinare una buona funzionalitĂ .

Con la vita media che è allungata, è argomento di sempre maggior interesse quello della durata della protesi.

Negli ultimi anni i materiali consentono una vita dell’impianto (oltre che della prestazione) decisamente maggiore rispetto anche solo ad un decennio fa, ed è quindi lecito aspettarsi di essere al sicuro per molto tempo, anche oltre 20 anni.

Come per ogni situazione poi lo stile di vita è fondamentale per un buon risultato, non solo in termini di durata.

Indubbiamente mantenere un peso nella norma è di grande aiuto, così come non esagerare con il carico.

A seguito di un intervento di protesi è bene continuare a svolgere attivitĂ  fisica, ma evitando attivitĂ  ad alto impatto che possono sollecitare oltremodo l’articolazione.

Bene quindi il nuoto, la bici, le passeggiate, da dosare meglio la corsa, il tennis, lo sci, il golf, tutte attivitĂ  che possono anche essere svolte ma senza esagerare.

Un corretto stile di vita fa ben sperare perchĂ© l’impianto possa essere definitivo per il resto della propria vita.

Artrosi: quattro cose che è bene sapere per prevenire e curare questa patologia

Abitudini e stile di vita incidono fortemente sul progredire dell’artrosi, una patologia degenerativa che tende a colpire larga parte delle persone con l’avanzare dell’etĂ .

Cosa possiamo fare quindi per ridurre il piĂą possibile il rischio di questa problematica?

🔹 Preservare le articolazioni

Il carico esercitato sulle articolazioni tramite attivitĂ  sportiva o lavorativa può provocare col tempo malformazioni articolari. E’ bene quindi evitare sforzi particolarmente intensi con regolaritĂ .

🔹 Mantenere la propria postura scorretta

Un vizio posturale può anch’essa favorire il progredire piĂą rapido dell’artrosi. E’ bene quindi mantenere equilibrata e sotto controllo la propria postura.

🔹 Essere in peso forma

Essere sovrappeso aumenta significativamente le possibilità di provocare l’artrosi, a causa di un eccessivo carico di peso sulle articolazioni.

🔹 Svolgere una giusta ed equilibrata attività fisica

Come un’eccessiva attivitĂ  sportiva può facilitare l’insorgere della degenerazione, al contrario un adeguata attivitĂ  può prevenirla, soprattutto quando si rinforza la muscolatura di supporto delle articolazioni.

🔸 Il mio consiglio è quello di approfondire quando si avvertono i primi sintomi, in particolare dolore e limitazione funzionale.

Oggi la medicina ha fatto progressi molto importanti anche per quanto riguarda la cura dell’artrosi, e gestire la situazione quando ancora non si presenta grave, consente di valutare varie opzioni per poter proseguire la propria vita sportiva, lavorativa ed anche naturalmente le normali attivitĂ  quotidiane.

Protesi di ginocchio monocompartimentale: quando è possibile optare per questa soluzione?

Sempre piĂą persone mi chiedono se è possibile risolvere la loro problematica grazie all’intervento di protesi monocompartimentale.

Ma come si stabilisce se è questo l’intervento corretto per tornare a vivere la propria vita senza dolore?

👉 Volendo riassumere in una sola frase, potrei affermare che dipende dal grado di artrosi.

Se il grado di artrosi è ancora piuttosto modesto, possiamo seriamente prendere in considerazione questo tipo di intervento.

La visita specialistiche e i giusti esami diagnostici ci diranno che opzioni possiamo valutare!

Ma quali sono i vantaggi della protesi monocompartimentale rispetto alla protesi totale?

âś” Minor incisione chirurgica
âś” Minor perdite di sangue
âś” Minor dolore post operatorio
âś” Ritorno alla propria vita piĂą rapido

Rottura del legamento crociato anteriore: quali sono i tempi di recupero per il ritorno all’attivitĂ  sportiva?

Seguendo diverse squadre di calcio e basket, ed essendomi negli anni appassionato e specializzato negli infortuni dello sportivo, uno dei temi che quotidianamente affronto è quello dei tempi di recupero in seguito alla rottura del legamento crociato anteriore.

La mia indicazione, allineata a quella di molti colleghi, è quella del recupero molto controllato per gli atleti che hanno necessità di tornare a svolgere la propria attività sportiva.

I tempi si stanno addirittura lievemente allungando, dal momento che chi ha provato ad accelerare è andato incontro a recidive o altri tipi di problemi, come dimostrano atleti del calibro di Zaniolo, Rossi o Pavoletti.

Di contro, la normale quotidianitĂ  si recupera benissimo in tempi estremamente rapidi in totale sicurezza.

Esistono metodi per cerare di velocizzare la naturale biologia, come i trattamenti con piastrine o fattori di crescita.

Si possono valutare con la consapevolezza che si può velocizzare un pò, nel rispetto dei tempi naturali che il corpo umano ci richiede.

Da non sottovalutare poi come una riabilitazione eseguita con professionisti in gamba, supervisionata costantemente dal medico e rispettosa dei vari passaggi sia fondamentale per un recupero sicuro e nei tempi.

Sul mio sito ho dedicato un’intera sezione al legamento crociato anteriore e a tutti i passaggi settimana per settimana della riabilitazione.

Rottura o lesione del menisco

La lesione meniscale è molto spesso di origine traumatica.

I menischi sono due, sono fibrocartilagini e hanno una forma di semianello che si trovano tra i condili femorali ed i piatti tibiali.

Troviamo:

✔ il menisco mediale (o interno), che ha una caratteristica forma a “C”

✔ il menisco laterale (o esterno), che è invece più chiuso su se stesso ed ha una forma più simile alla lettera “O”.

Ciascun menisco ha un corno anteriore, un corpo e un corpo posteriore.

âť“ CHE FUNZIONE HANNO I MENISCHI

I menischi hanno tra le funzioni principali quella di distribuire il carico in modo uniforme su tutta la superficie articolare, partecipare alla stabilità dell’articolazione, facilitare la “nutrizione” della cartilagine, dato che hanno la capacità di migliorare la distribuzione del liquido sinoviale sulla cartilagine articolare.

Per questi motivi è tendenzialmente sconsigliabile la rimozione completa di un menisco, dato che nel lungo periodo tenderebbe a favorisce la degenerazione artrosica precoce.

âť“ QUALI SONO I SINTOMI

👉 Sintomi da frattura del menisco

Dolore, difficoltĂ  nel movimento e gonfiore sono i sintomi classici.

Ci sono anche casi in cui, se la frattura ha comportato una dislocazione di una porzione di menisco che ostacola il movimento, si può verificare il blocco dell’articolazione. In questo caso può anche risultare necessario un intervento chirurgico urgente.

👉 Sintomi della meniscopatia degenerativa

La meniscopatia degenerativa comporta solitamente una sintomatologia con dolore dopo affaticamento e in massima flessione. Solo in pochi casi si presenta un versamento significativo.

âť“ QUALI SONO LE CAUSE

👉 Lesioni traumatiche del menisco

Le classiche cause delle lesioni traumatiche del menisco sono di natura distorsiva.

Le fratture possono essere classificate in base alla loro localizzazione:

– corno anteriore
– corpo o corpo posteriore del menisco

E al loro aspetto:

– lesioni radiali
– longitudinali
– a flap

👉 Lesioni radiali del menisco

Sono fratture che vanno dall’inserzione al bordo libero del ginocchio e non lasciano solitamente disturbi residui.

👉 Lesioni longitudinali del menisco o a “manico di secchio”

Sono caratterizzate da una lunga lesione longitudinale che produce un’ansa meniscale a forma di manico di secchio.

👉 Lesioni meniscali a flap o a “becco di pappagallo”

Sono fratture caratterizzate dal distacco di una piccola porzione del menisco che però resta ancora attaccato al resto dell’articolazione.

‼ MENISCOPATIA DEGENERATIVA

La meniscopatia degenerativa si ha quando il menisco non si frattura, ma si “sfrangia” a causa dell’usura. Non è una rottura meniscale vera e propria, ma una sorta di “anticamera” dell’artrosi del ginocchio (gonartrosi secondaria) . Spesso il paziente nemmeno ricorda di aver subìto un evento traumatico.

âť“ CHI E’ PIU’ COLPITO DA QUESTE LESIONI

La rottura del menisco è un tipico infortunio sportivo, soprattutto durante calcio e sci.

La meniscopatia degenerativa è invece una patologia tipica dell’età adulta e senile.

âť“ QUALI ESAMI DIAGNOSTICI SONO UTILI

La risonanza magnetica è tendenzialmente l’esame più accurato per accertare una problematica di menisco.

âť“ COME RISOLVERE IL PROBLEMA AL MENISCO

Il menisco è una struttura quasi completamente priva di vasi sanguigni, non è quindi in grado di effettuare processi riparativi.

Una lesione meniscale di fatto, non può guarire.

Le fratture meniscali determinate da un trauma acuto possono essere sottoposte a un intervento chirurgico di regolarizzazione in artroscopia. Parliamo principalmente delle lesioni longitudinali e a flap.

Nelle lesioni radiali perfettamente stabili è bene far superare la fase acuta della distorsione, per arrivare a non avere piĂą sintomi ed evitare quindi l’intervento chirurgico.

Artrosi. E’ vero che le abitudini e lo stile di vita incidono?

Si, è vero. Ed è per questo che è possibile fare il tanto per prevenirla

I principali aspetti a cui possiamo fare caso sono:

👉 Fattori meccanici

Il carico esercitato sulle articolazioni tramite attivitĂ  sportiva o lavorativa può provocare col tempo malformazioni articolari. E’ bene quindi evitare sforzi particolarmente intensi con regolaritĂ .

👉 Postura scorretta

Un vizio posturale può anch’essa favorire il progredire piĂą rapido dell’artrosi. E’ bene quindi mantenere equilibrata e sotto controllo la propria postura.

👉 Peso

Essere sovrappeso aumenta significativamente le possibilità di provocare l’artrosi, a causa di un eccessivo carico di peso sulle articolazioni.

👉 Attività fisica

Come un’eccessiva attivitĂ  sportiva può facilitare l’insorgere della degenerazione, al contrario un adeguata attivitĂ  può prevenirla, soprattutto quando si rinforza la muscolatura di supporto delle articolazioni.

Il mio consiglio è quello di approfondire quando si avvertono i primi sintomi, in particolare dolore e limitazione funzionale.

Sport Medicine: quali sono gli infortuni piĂą comuni?

Sport Medicine può essere definita come la branca della Medicina che si occupa di forma fisica, trattamento e prevenzione di infortuni relativi all’ambito sportivo.

Tra i piĂą frequenti infortuni possiamo incontrare:

âś” Distorsioni

âś” Rottura del legamento crociato anteriore

âś” Rottura dei menischi

âś” Gomito del tennista

âś” Rottura dei tendini della caviglia

âś” Rottura della cuffia dei rotatori

đź’Ą Ricopro il ruolo di medico per il Cesena calcio, Basket Rimini e TD Rimini (triathlon)

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